Ma perché non togliamo il diritto di voto ai vecchi?

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Il giovane cammina più veloce dell’anziano, ma è l’anziano che conosce la strada.
(Proverbio africano)

Pensiamo che la proposta boutade (?) di Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 Stelle sia perfezionabile. E poi, dopo l’intervento del Presidente del Consiglio double face Giuseppi Conte, che anche un referendum vorrebbe indire sull’annoso problema, un’intromissione anche da parte nostra sull’intricata questione diventa indifferibile.

Certo, rimaniamo basiti e stupefatti dal perché il grande Beppone non sia riuscito a cogliere l’estrema ratio rivoluzionaria che nasconde il suo saggio suggerimento per completarlo degnamente come egli solo potrebbe.

In poche parole il Grillo, rifacendosi al pensiero di Douglas J. Stewart e non comprendendo quello del filosofo ed economista belga Philippe Van Parijs, vorrebbe eliminare il diritto di voto agli anziani perché i loro interessi sembrano essere in contrasto con gli interessi delle giovani generazioni.

L’idea, afferma l’incommensurabile Beppe, nasce dal presupposto che una volta raggiunta una certa età, (quale non la precisa però) i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche.

In tal caso, i loro voti dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale.

Quindi, secondo l’inventore del moVimento, visto che le caramelle che la vita ti concede di scartare ed assaporare durante l’intera esistenza, man mano che invecchi diminuiscono sempre più, e che rappresentano, visto il deperimento delle cellule gustative, un inutile spreco, sarebbe meglio destinarle all’uso solo delle giovani generazioni che in questo modo ne avrebbero a disposizione di più.

Andare in pensione, quando ci si arriva, dovrebbe comportare non solo il riposo dopo una vita di lavoro magari su di una impalcatura o all’interno di un altoforno, se non sei morto d’infortunio prima, ma anche e soprattutto, riposo su quella seggiola o su quella panchina nel giardinetto di quartiere, quando questo c’è e non bisogna raccogliere firme per realizzarlo, e niente più.

Alzarsi la mattina, andare in bagno se stitico non sei, uscire per andare a scartabellare nei bidoni dei rifiuti qualcosa da mangiare, consumare il frugale pasto, riposino pomeridiano, panchina, pomeriggio 5 con Barbarella D’Urso e nanna senza grattacapi sulla politica, sui migranti, sui neri, sui bianchi e sui gialli. Una vita senza Conte e Zingaretti, lasciando i 35 euro a quelli che verranno passando da Salvini e la Meloni non dimenticando Renzi e la Boschi credendo che Bibbiano sia solo un ridente paesello a sud est di qualche cosa sarebbe il sogno di ognuno di noi.

Una proposta che ci trova completamente d’accordo: a favore dei giovani che però, come abbiamo anticipato nel prologo, andrebbe integrata.

Non permettere più il voto agli anziani, ci sembra ancora troppo poco.

Proporremmo, stracciando i più fondamentali diritti umani che molte volte sono solo un ostacolo insormontabile nei confronti della modernità proposta dal Beppone nostro (e dal Giuseppi Conte che un referendum farà), che agli anziani, diciamo pressapoco a quelli che compiono 65 anni o che vanno in pensione con quota 100, sia garantito un viaggio premio sulla vetta dell’Everest.

L’Everest come la nuova Taigeto dove l’Artemide cacciatrice si è comprata ultimamente un bi vani e accessori con riscaldamento autonomo e colonnina per l’auto elettrica già predisposta in giardino.

E sarebbe lì, dopo aver soggiornato per una settimana nel campo base gustando le prelibatezze provenienti da ogni angolo della terra e sistemati definitivamente i problemi con la prostata traditrice, ed avuti a volontà gli ultimi rapporti sessuali bondage con le più belle e affascinose Ulla dell’universo, portarli a quota 8848 metri sul livello del mare e buttarli di sotto.

Con questo infallibile sistema di nostra invenzione di cui saremmo disposti anche a cedere i diritti di utilizzo alla piattaforma Rousseau si risparmierebbero, non solo le caramelle che molti continuano a scartare e non gustare fin oltre i cento anni perché non si decidono mai a morire, ma anche le pensioni da fame, i sussidi, i redditi di cittadinanza e sopratutto le spese del funerale e per le bare che sono arrivate a costare oggi un occhio della testa.

Valli a ritrovare tu i resti dei vecchi dopo una caduta da quell’altezza.

Vi rendete conto?

In un colpo solo risaneremmo i bilanci dell’INPS, il PILu avrebbe un impennata vertiginosa e finalmente si potrebbero togliere pure le accise dalla benzina.

Rimane però, in questa proposta da perfezionare che spero il Grillone nostro non vorrà lasciare inevasa, di quali sarebbero i modelli dei giovani a cui vorrebbe lasciare il futuro non solo del Bel Paese, ma del mondo intero.

Vorrà mollare tutto sulle spalle di esempi di virtù e preparazione come il giovane Di Maio?

Oppure quando ha partorito questa sconvolgente ed innovativa proposta aveva i mente la dolcezza della Taverna?

O invece gli si sono parati innanzi i giovani rappresentanti comunali e metropolitani di qualche paesello della vasta provincia italiana?

Se l’avvenire fosse sulle spalle di Danilo ne potremmo discutere.
Come Danilo chi? …. Toninelli naturalmente, e chi se non lui?

Il dibattito, come scrive Beppino, è aperto.

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