Eccoti servito. Che sia inciucio?

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E’ quanto pubblicato dalla consigliera Arianna Zizzo sulla sua pagina facebook, oggi alle ore 18.05, ad innescare una serie di considerazioni che non possiamo esimerci da fare.

La consigliera ex PD, oggi divenuta rappresentante delle ACLI, riporta un testo, controfirmato da tutti i consiglieri di maggioranza , compreso il Cessa sindaco, in cui si afferma:

..«i consiglieri di maggioranza dichiarano che non saranno presenti al prossimo consiglio comunale, [quello di oggi, 26 maggio, ndr] né in prima, né in seconda convocazione, e che lasceranno ai consiglieri di minoranza la facoltà di eleggere il presidente, scegliendolo tra uno di loro, con la certezza che questi sarà di garanzia per tutto il consiglio comunale».

Una maggioranza che non riesce neanche più ad esprimere una preferenza al proprio interno che possa ricoprire la carica di presidente del consiglio, non è più una maggioranza, ma un coacervo di “interessi personali”, di “strategie personali”, di “rancori personali”, di “sfiducie personali” e di “fini personali” oramai non più contestabili. Ed infatti sono loro stessi, i firmatari del documento, Vito Cessa, Pasqua Borracci, Nica Ferri, Nicola Guerra, Antonio Manzari, Maria Giovanna Nero, Giuseppe Nitti, Giacinto Rella e Arianna Zizzo, a certificarlo, chiedendo prima un confronto con le minoranze, abbandonando l’aula e poi con la farsa vergognosa di comunicare l’assenza strategica dall’aula sia in prima che in seconda convocazione.

Non sappiamo se sanno, con in testa il Cessa sindaco, che la seconda convocazione per la nomina del presidente del consiglio, considerata la maggioranza qualificata necessaria per la sua elezione, non sarà comunque valida.

Ci vorrà una ulteriore convocazione di consiglio.

Si ignorano le norme o si sbaglia volutamente sapendo di sbagliare?

Aspettiamo quanto deciderà la conferenza dei capi gruppo convocata per lunedì mattina.

Tutto lasciato, secondo questi sopraffini nuovi e differenti consiglieri che neanche fra loro vanno d’accordo, nelle mani delle minoranze.

Le minoranze, altro tasto dolente che questo paesello a sud est sopporta pazientemente.

Sembra, che oltre ad un ulteriore documento – impegno ancora «segreto» firmato in maggioranza in cui spiccherebbe la firma di … (omissis), ci sia anche un altro scritto, ma questa volta delle minoranze, che vincoli i propri consiglieri a votare un componente delle minoranze come presidente del consiglio.

Ma a questo punto, pensiamo impossibile che si dia seguito a questo impegno, vista la strada tracciata dalle maggioranze. Se tale strategia poteva servire, in presenza della maggioranza, a deriderla sul piano politico scegliendo un soggetto diverso da quello su cui la maggioranza stessa puntava, oggi, con la volontà conclamata di lasciare ogni decisione alle minoranze, l’unica strada ancora da percorrere, per le minoranze, sarebbe quella di non cadere nella trappola di essere considerati come «utili idioti» e per dirimere le contraddizioni altrui. Le minoranze, pensiamo, debbano porsi seriamente il problema se pagare lo scotto di essere considerate benevole, condiscendenti, cortesi, disponibili e gentili al limite di poter pensare ad un mega stratosferico inciucio con la maggioranza, oppure  pretendere da parte della maggioranza quella correttezza istituzionale, quel rispetto dei ruoli che passa attraverso l’ossequio che tutti debbono nei confronti dei cittadini.

E dopo le polemiche stucchevoli da parte del segretario del PD sul manifesto delle minoranze che in questi giorni ha conosciuto i muri del paesello, vedremo se una volta il Movimento di Caravella, Pinuccio Fortunato con i suoi tre consiglieri, Rino Carelli, Gino Petroni, Stefania Verna e Donato Fortunato sapranno trovare la quadra.

Ci volevano anche le minoranze spaccate al paesello a sud est.

Quando si dice #mainagioia.

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