I riti vudù e il terrore che corre sul filo.

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Non (?) si lasciano ipnotizzare le minoranze da un sindaco, presente al consiglio comunale di ieri, come unico rappresentante di una maggioranza che definire vergognosa sarebbe vergognoso per la vergogna.

Votano come presidente del consiglio la Maria Giovanna Nero e come vice il Nicola Guerra.

Ma partiamo dall’inizio.

Nella mattina di ieri [29 maggio, ndr] si tiene la conferenza dei capigruppo, che dopo il consiglio del 26 maggio scorso con la maggioranza assente che giustificava la propria assenza con quel documento scandaloso, avrebbe dovuto stabilire se in seconda convocazione ci sarebbe stata o meno la possibilità di eleggere il presidente del consiglio. Ci vorrebbe una maggioranza qualificata per l’elezione del presidente, ma parte dei capi gruppo di minoranza si lasciano imbrigliare da una disquisizione legale e tecnica del Nitti, consigliere ballerino e della Zizzo che certificano la regolarità della seduta di consiglio che poi si tiene nel pomeriggio. Ma le minoranze approfondiscono la questione e in consiglio, nonostante abbiano firmato un documento all’unanimità, dichiarano il proprio imbarazzo nel proseguire una seduta che non rispecchierebbe le disposizioni che prevedrebbero una maggioranza qualificata presente alla votazione per l’elezione del presidente. A questo punto il sindaco chiede di sapere quali le disposizioni di legge che impedirebbero tale elezione e se le minoranze vogliano rimangiarsi la parola data in conferenza dei capigruppo. Sarebbe stata facile la risposta: il Consiglio nella sua autonomia e con i poteri che la Legge gli affida può in ogni momento stravolgere decisioni che anche in presenza di unanimità in commissione o in una semplice conferenza di capi gruppo, vengono prese e poi disattese.

Si apre una polemica senza senso e senza nessun costrutto con il sindaco che più volte invita le minoranze a votarsi il proprio presidente del consiglio. Sembra quasi una sfida personale del sindaco contro le minoranze che non sarebbero capaci di eleggersi il proprio presidente. Il sindaco che parla di correttezza e coerenza imputandole ad altri, dimentica lo spregio da parte della sua maggioranza che diserta sedute di consiglio senza alcun rispetto nei confronti dei propri elettori è un film drammaticamente grottesco.

Un sindaco, compresa la sua di maggioranza, che demanda ad altri l’elezione del presidente del consiglio perché fra loro un nome che possa sintetizzare le posizioni non esiste e che fra brancaleonide posizioni personali si arrabatta per conservare la seggiola.

Una maggioranza costruita sulla sabbia.

Tra sospensioni e toni che a volte si alzano, le minoranze scelgono di convogliare i propri voti sulla Maria Giovanna Nero, consigliera di maggioranza, che risulterà eletta a presidente con 8 voti validi e con una scheda bianca e Nicola Guerra come vicepresidente con lo stesso risultato.

La scheda bianca, come facile conseguenza, sarebbe quella del sindaco.

Ma perché la Nero?

I rumors cinguettano intorno ad un impegno del sindaco che si dimetterebbe nel caso in cui a presidente fosse eletto un membro della maggioranza; ma tale ipotetica fortuna anche nel caso in cui fosse eletta una consigliera innocua e che non spacca e che ha votato sino ad oggi per “senso di appartenenza”?

E se la Nero si dimettesse, quale la vittoria della minoranza?

Riaprire una disputa con la maggioranza su di una nuova presidenza?

Ma perché le minoranze decidono, nonostante abbiano riscontrato l’illegittimità di proseguire un consiglio senza una maggioranza numerica qualificata e quindi avvalorando di fatto una irregolarità rendendola legale, non abbandonano l’aula? Perché mai le minoranze, inchiodando la maggioranza alle proprie responsabilità,  non chiedono di far convergere su di un nome, di minoranza o di maggioranza, che possa raccogliere il consenso da parte dei 17 consiglieri totali? Perché mai la minoranza, non cerca di far implodere la maggioranza fomentando la guerra intestina che dal primo giorno vede il Nitti e la Ferri contrapporsi su quella “caramella” concessa alla Ferri e negata al Nitti? Perché mai le minoranze non colgono al balzo l’opportunità di scatenare il duello fra Nitti presidente e magari con la Ferri come sua vice?

Nitti si sarebbe dimesso dalla carica? Non ci contiamo.

E dopo quanto si sarebbe dimesso per assicurare  al sindaco la permanenza con la fascia? Potrà farlo la Nero?

Pensiamo che il terrore sia corso sul filo in un paio di studi professionali, ieri sera; il sudore freddo che offusca la vista dello streaming, le gambe che cominciano a tremare, la sigaretta consumata con una sola boccata, le preghiere in ostrogoto ed i riti vudù per scacciare il malocchio che era lì lì per abbattersi inesorabilmente e che alla fine è esploso in una fragorosa risata liberatoria.

Perché ieri sera si è festeggiato per lo scampato pericolo.

Si, crediamo abbia riso fragorosamente il Nitti graziato ancora una volta dalle minoranze.

E con lui, il sindaco pasticcione.

Ciliegina sulla torta quella dichiarazione rilasciata da Libera Casamassima sulla propria pagina facebook in cui, non contenta dello scampato pericolo inveisce contro la Verna e Fortunato.

Ma si, faranno anche bene.

Affondare la lama nella piaga è un piacere tutto loro.

Peccato ancora non sia nato il coltello che possa sfondare la loro di piaga. Compresa quella lasciata nella schiena dei cittadini.

Per il bene di Casamassima, tornate a casa.

Tutti.

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